Nuovi scenari e nuove prospettive occupazionali nel sistema moda
L’attività dell’industria della moda è l’unica in cui l’Italia abbia una supremazia mondiale, detenendo ancora oggi il primo posto sul piano della competitività internazionale.
Questo incredibile successo di risultati e durata comincia a prendere forma sin dai primi anni cinquanta.
Gli storici fanno infatti risalire il primo passo concreto verso quell’economia moda che oggi è riconosciuta a livello internazionale al 12 febbraio del 1951, giorno in cui il marchese Gian Battista Giorgini organizzò a Firenze la prima sfilata d’alta moda italiana. In occasione dell’evento furono coinvolte dieci sartorie italiane del tempo. Alla sfilata fu invitato solo un gruppo ristretto di persone, tra cui alcuni importanti compratori stranieri e giornalisti specializzati nel settore della moda, che mostrarono grandissimo interesse per il talento e l’abilità degli stilisti italiani.
Trainate da questo successo, le sartorie italiane si affacciarono sul mercato internazionale con le loro creazioni, entrando in diretta concorrenza con la moda francese, che fino agli anni 50 deteneva il predominio assoluto del settore.
Successivamente, all’ alta moda italiana ed agli abiti su misura si affiancò negli anni ’60 anche il prêt-à-porter, con abiti già confezionati ed a prezzi meno elevati. Questa intuizione di andare oltre l’abito di sartoria per accedere ad un prodotto industriale con forte connotazione stilistica apre ad una fase di forte sviluppo del settore.
Con questo nuovo approccio, che nello stesso periodo diventa fattore comune di tutte le produzioni moda (vestiario, pelletteria e calzature), tra la fine degli anni 70 e gli anni 80 il prêt-à-porter italiano conquista la leadership a livello mondiale a danno dell’haute couture francese. Sono questi gli anni in cui esplode il fenomeno delle griffe e delle firme che ancora oggi garantiscono al made in Italy una solida notorietà internazionale.
In questo stesso periodo il settore della moda diventa in Italia un settore pienamente industriale. Spinto dalla grande forza propulsiva di questa esperienza positiva del prêt-à-porter italiano, si sviluppa un contesto produttivo con una forte capacità di industrializzare la proposta creativa attraverso una rete di imprese che presidia l’intero processo manifatturiero sia nell’ambito tessile-abbigliamento sia in quello della pelletteria e calzature.
Questa capacità di saldare il fattore creativo con una componente industriale particolarmente reattiva è per molti studiosi del settore l’elemento chiave dello sviluppo del Made in Italy in quegli anni.
A giocare un ruolo fondamentale in questo processo di integrazione è stato anche il modello di organizzazione della filiera industriale che come noto nel sistema moda è quello del distretto. Di fatto, l’industria della moda italiana si organizza in un arcipelago di aree territoriali specializzate in cui prevale una micro e piccola impresa che capitalizza una condizione di prossimità geografica come opportunità di contaminazione e conoscenza. In quel periodo e fino alla metà degli anni 90, il ricorso a questo modello di agglomerazione territoriale, rappresenta una ricchezza unica di trasformazione dei processi creativi in opportunità di sviluppo industriale e per questa via di generazione di ricchezza ed occupazione. Le statistiche di contabilità nazionale elaborate dall’Istat attribuisco al sistema moda di quella fase di espansione un occupazione di circa 1,4 milioni di addetti che corrispondono al quasi il 25% dell’occupazione dell’intera industria della trasformazione manifatturiera.
Sempre in questa logica dell’integrazione operativa, tanto nel tessile, quanto nel comparto dell’abbigliamento e in quello calzaturiero, a fianco della filiera propriamente detta, un altro fattore portante dello sviluppo è stata la costruzione di alleanze virtuose con imprese meccaniche, elettroniche e della chimica che affiancando i produttori moda hanno dato un contributo essenziale al processo di innovazione.
Ma la storia del comparto TAC italiano è storia di una continua capacità di interpretazione ed adattamento ai mutamenti del mercato. Nell’ultimo decennio, l’avanzare della concorrenza dei paesi in via di sviluppo che beneficano di un forte vantaggio sul costo del lavoro, l’accelerazione tecnologica nel campo della chimica, del meccanotessile, dell’elettronica, nonché, l’affacciarsi di nuove opportunità di consumo, ha imposto al sistema moda italiano un mutamento radicale del suo profilo.
In questo nuovo quadro, il sistema moda italiano per difendere la sua leadership internazionale ha ridefinito il suo assetto introducendo almeno due importanti innovazioni sul piano strategico organizzativo:
– Sotto la spinta della globalizzazione e dei vantaggi competitivi espressi dai paesi di nuova industrializzazione le relazioni tra imprese tendono ad affrancarsi dai consolidati confini nazionali per accedere a reti di produzione internazionale, modificando in questo modo il modello tradizionale di distretto;
– L’allargamento dei confini della concorrenza oltre l’area dei paesi avanzati ha obbligato le imprese a rinunciare alle produzioni basiche ed accelerare gli investimenti su prodotti di fascia medio alta. Questo riposizionamento sta ridisegnando la filiera moda nella direzione di un sistema ibrido in cui cresce il sia ruolo dei settori portatori di tecnologie (industrie meccaniche, elettroniche, chimiche, e dell’informatica), sia il ruolo di quel complesso sistema di servizi (styling, marketing, retail) portatore di contenuti immateriali del prodotto.
Con questo nuovo approccio il sistema moda italiano riconferma la sua capacità di interpretare con successo il cambiamento. Oggi, infatti, pur vivendo ancora una fase di assestamento che sta determinando un forte impatto in termini di occupazione e imprese, secondo autorevoli istituti internazionali che studiano il posizionamento competitivo dei paesi nei settori dell’industria, l’Italia occupa saldamente la prima posizione nel mondo nella filiera moda per capacità di presidiare i mercati internazionali.
Il sistema Moda in Italia
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