CANTIERE MEZZOGIORNO: Le proposte della FILCTEM per tornare a crescere

Con questo studio abbiamo deciso di rafforzare il costante impegno della Filctem verso lo sviluppo del mezzogiorno non solo grazie alla continua attività sindacale, ma anche attraverso un contributo di ricerca. Scopo primario di questo lavoro è infatti quello di rendere disponibile un apparato informativo utile ad operare sul territorio in modo sempre più mirato e per questa via creare un’occasione di confronto pubblico a cui affidare il compito di condividere un disegno di policy che torni ad attribuire al mezzogiorno un ruolo centrale per lo sviluppo del paese.

I dati, in parte riportati in questo rapporto, ed il dibattito intorno a questo grande tema del Sud, evidenziano in modo inequivocabile che ci troviamo di fronte ad una realtà territoriale che nello scenario tecnologico e geo politico attuale, esprime delle straordinarie potenzialità che possono diventare una concreta risposta all’attuale deficit di sviluppo, se supportate da un impegno di politica industriale coerente.

A questo proposito, stringendo la riflessione su quei punti di forza che potrebbero attivare processi di moltiplicazione dello sviluppo, un primo elemento di valore è senza dubbio una geografia che favorisce il Sud a svolgere il ruolo di hub energetico del paese.

Come ben evidenziato nell’ultimo capitolo di questo studio, siamo all’interno di un quadro di mutamento del paradigma energetico che spinto anche dalle opportunità tecnologiche vedrà crescere sempre di più il ruolo delle fonti a più basso impatto ambientale. In questa prospettiva, il gas e le molte forme di rinnovabili oggi disponibili trovano un ambiente favorevole nelle regioni del Sud, trasformando quindi questo territorio nell’area di elezione per il futuro energetico di questo paese. uno scenario, questo, che naturalmente potrà diventare un vero volano di sviluppo del Sud, soltanto se tutti gli attori che a vario titolo contribuiscono a definire la politica energetica di questo paese, decideranno di intervenire in particolare a favore del rinnovamento tecnologico del sistema delle reti e per superare i problemi dell’emergenza ambientale di cui le bonifiche dei siti dismessi o in dismissione sono uno degli aspetti rilevanti. È indubbio che siamo in presenza di un quadro in cui i grandi operatori dell’energia (ENI ed ENEL in testa) dovranno tornare ad operare da protagonisti, attraverso una politica degli investimenti che riconosca il mezzogiorno come asset strategico del loro sviluppo futuro nel paese. Ovviamente la posizione geografica è solo uno dei punti di forza del mezzogiorno d’Italia. Non bisogna infatti dimenticare, che nonostante una fase di forti contraddizioni, ancora oggi, il capitale umano disponibile in quest’area rappresenta un asset che se valorizzato nel rapporto con un sistema imprenditoriale strutturato può influenzare le scelte di allocazione degli investimenti. Non mancano, infatti, esempi di operatori internazionali che di fronte a una estesa platea di giovani con istruzione medio alta ed in attesa di lavoro, hanno fatto propria questa prospettiva. Ancora una volta, la traduzione di questo punto di forza in un’opportunità di nuova occupazione e sviluppo, passa attraverso un intervento pubblico, orientato non solo ad intensificare gli investimenti di istruzione e qualificazione professionale dei giovani, ma anche di valorizzazione commerciale di questi asset attraverso un’azione di marketing territoriale che sappia parlare agli operatori nazionali ed internazionali. Continuando sui giovani, ed in modo coerente ad una accelerazione degli investimenti sul capitale umano, la scelta già oggi praticata di avviamento al lavoro attraverso l’esperienza imprenditoriale della start up, dovrebbe assumere contorni sempre più strutturati all’interno del policy mix dell’attore pubblico. Con questo approccio, infatti, oltre a generare canali autonomi di lavoro, si attivano spinte propulsive di nuova imprenditorialità che, se indirizzate nella giusta direzione, potranno favorire la realizzazione di quella nuova dimensione dello sviluppo che va sotto il nome di Industria 4.0.

Parlare di industria 4.0, ovviamente, evidenza l’importanza di un impegno nello sviluppo della tecnologia ICT almeno in tre direzioni: quello della infrastrutturazione digitale del territorio; quello dell’accesso alle tecnologie ICT per tutti gli operatori economici, anche quelli di micro e piccole dimensione; infine quello della conoscenza, attraverso il sistema dell’istruzione e della formazione.

Senz’altro, lo scenario e le priorità di policy descritte potranno contribuire pienamente a riattivare lo sviluppo e l’occupazione del Sud nella misura in cui si riuscirà a dare una risposta efficace al superamento di quelle disfunzioni di contesto che la letteratura oggi disponibile riconosce come un freno all’opportunità di nuovi investimenti.

Su questo fronte ci sono almeno due priorità su cui il decisore politico dovrà garantire un maggior impegno. La prima è indubbiamente quella della sicurezza. Nonostante non manchino segnali positivi, sono ancora oggi molte le aree del mezzogiorno dove la estesa presenza della criminalità influenza e frena l’iniziativa imprenditoriale, diminuendo per questa ragione il valore di quei fattori che invece garantirebbero un vantaggio competitivo del Sud. Non meno importante per alimentare l’interesse del mezzogiorno come territorio di opportunità economica è il superamento dell’annoso deficit burocratico-amministrativo.

Come noto, si tratta di un problema che non risparmia alcuna area del paese ma che in molte zone del Sud assume forme di vero e proprio ostacolo allo sviluppo. Emblematico a questo riguardo, è il dato sull’utilizzo dei Fondi Comunitari, oggi fonte primaria per attivare azioni di policy. Oppure, il dato sui tempi della giustizia e quelli delle autorizzazioni.

molto vicino al tema dell’efficientamento del sistema pubblico è anche quello del riordino della rete delle municipalizzate che oggi operano nel settore delle utility. In una prospettiva di qualificazione del servizio, l’attuale modello operativo delle piccole municipalizzate che presidiano micro mercati locali, dovrebbe rinnovarsi nella direzione di un sistema integrato che consenta di raggiungere soglie dimensionali coerenti alla crescente complessità dell’offerta dei servizi e alla densità degli investimenti necessari. In questa prospettiva, la pianificazione del riordino delle municipalizzate, non solo sul piano organizzativo ma anche degli investimenti e qualificazione del servizio, rappresenterebbe senza dubbio una leva di policy di straordinaria importanza, per il suo potenziale impatto in termini di sviluppo ed occupazione.

SUD: Cantiere Mezzogiorno

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